Il viaggio di Leo

La storia di Leo, gatto viaggiatore dal pelo rosso e liscio. Pare un domestico, eppure è girovago e senza una meta precisa. Viaggia molto, conosce nuovi amici, ma basta un sussurro del vento per fargli capire che è giunto il momento di ripartire... a esplorare il suo microcosmo felino.
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Passeggiare sulla costa intiepidita dal caldo sole estivo è una beatitudine. Ogni tanto riesco a intravedere qualche pesce, il problema è che le mie zampe non sono abbastanza lunghe per acchiapparne uno. Una volta sono caduto in quella schifosissima acqua salata. Non ci ho più provato da allora.
Possibile che questo grigetto debba sempre starmi addosso? Non lo capisce proprio che la mia coda non è un topo rosso. Esistono i topi rossi, miao?
Accidenti a te lucertola, un giorno ti catturerò! La staccionata appartiene a un vecchio scorbutico. Non ho intenzione di farmi beccare proprio adesso che ho raggiunto un nuovo livello di elasticità nel tentativo di camminarci sopra.
Giuro che questa volta è stata tutta colpa di un ragno. Non stavo seguendo nessun riflesso luminoso. La mia dignità felina è ancora intatta... Spero. Non lo dite a nessuno... Per favore.
Ho provato nuovamente a catturare la lucertola, ma non ne ha voluto sapere. Non ci sono più le lucertole di una volta. Così ho ripiegato dalla mia cuoca a sbafo preferita: è una donna di mezz'età un po' tarchiata, dagli occhi gelidi e che mostra sempre i denti. A volte non capisco se è arrabbiata che le rubi il cibo o se scherzi. Va bè. Sta di fatto che oggi mi ha offerto un lauto pasto a base di avanzi di petto di pollo. Era così lauto che non riesco più a muovermi.
La vita di un gatto è più dura di quel che può sembrare. Gli umani sono abituati a coccolarci e venerarci e credono per questa ragione che siamo viziati. D'altronde come si può resistere al nostro fascino, impossibile! Oggi ho dato la caccia a una lucetolina. Mi è sfuggita per un pelo in un tombino. Da ricordare: la prossima volta coglierla di sorpresa dall'alto.
A volte mi diletto a osservare dall'alto delle fronde di un albero quegli stramboidi degli umani. Vorrei proprio capire come mai muovono così spesso la bocca senza mai mordersi, o leccarsi. Hanno un atteggiamento così assurdo che mi fanno dimenticare di essere troppo grasso per stare su questi rami così sottili.
Ricordo ancora i vecchi tempi. Quando la mia nerissima e pingue mamma mi diede alla luce in una bella casetta di campagna. Ero un miciotto così ingenuo. Non capivo nulla del mondo e mi stava bene così.
Sono un gatto, questo è vero. I gatti non hanno il pollice opponibile, perciò è un po' strano per me scrivere questo diario di bordo. Oggi ho visitato una città peculiare. Troppa acqua per i miei gusti. Spero che la situazione migliori quando andrò in cerca di qualche buon pescetto da mangiare.